Get Adobe Flash player
Non distruggo la corolla dei prodigi del mondo,
e non stermino
con la ragione gli enigmi che incontro sul mio cammino,
nei fiori, negli occhi, sulle labbra o nei sepolcri.
La luce altrui
soffoca il fascino celato
nelle profondità del buio,
però io,
io con la mia luce ingrandisco il mistero del mondo.
Esattamente come con i suoi bianchi raggi la luna
non rende più piccolo, ma tremolante,
e aumenta ancora di più il mistero della notte,
così io arricchisco anche l’oscuro orizzonte
con gli alti fiori del santo mistero
e tutto ciò che è inintelligibile
si trasforma in maggiormente incomprensibile
sotto i miei occhi,
perché io amo
e fiori e occhi e labbra e tombe.


Lucian Blaga


Tutti gli scritti di questo blog, dove non diversamente specificato, sono di proprietà dell' autore a norma di legge.
Si vieta qualsiasi riproduzione non preventivamente autorizzata.

Le immagini utillizzate, dove non diversamente specificato, provengono dal web ed appartengono ai rispettivi autori.


Poesie e racconti di William De Generis

Breve edificante “fiaba” del generoso topolino grigio chiaro e del povero topolino grigio scuro. Di William De Generis.

b+w_rats_dancing_in_a_ringC’era una volta un anziano topolino buono e generoso che trascorreva la sua vita solo soletto nella sua confortevole casetta scavata tra le radici di una grande quercia secolare. Uno dei pochi modi in cui l’anziano topolino amava svagarsi era fare, quando il tempo lo permetteva, una salutare passeggiata dopo pranzo, specie coi colori e i profumi del boschetto in Autunno che trovava incantevoli.
Un bel giorno, proprio durante una delle sue passeggiate gli parve di sentire come un lamento provenire da un mucchietto di foglie secche poco lontano.
Avvicinatosi con cautela lì dove provenivano i lamenti il topolino spostò col suo bastone da passeggio un paio di foglie ed ecco che sotto vi trovò rannicchiato un altro topolino, giovane dall’aspetto debole e malaticcio e di un color grigio più scuro rispetto a tutti i topolini del luogo, che gemeva da far piangere il cuore.
-Cos’hai topolino, stai male?
Gli chiese premuroso il topolino anziano.
-Morire di fame nonnino, da molto io non mangiare…
L’anziano topolino grigio chiaro a guardare gli occhi imploranti del giovane si senti il cuore riempirsi di misericordia e non esitò un minuto di più, lo avrebbe condotto nella sua casetta dove avrebbe potuto rifocillarsi e si sarebbero tenuti buona compagnia per qualche tempo.
Il giovane topolino grigio scuro accettò di buon grado e quando non senza qualche lentezza dovuta alla sua debolezza arrivarono alla casetta del vecchio topolino grigio scuro per prima cosa fu fatto sedere a tavola dove iniziò a mangiare tutto quello che gli si metteva davanti con una voracità che un istante prima non avresti mai immaginato potesse avere.
Finito che ebbero di mangiare il topolino grigio chiaro mostrò al suo ospite la casa, la bella stanzetta degli ospiti dove avrebbe dormito e la dispensa dove erano custodite le provviste per l’Inverno che si approssimava.
Nei giorni seguenti l’anziano topolino grigio chiaro si fece raccontare dal povero giovane grigio scuro la sua storia, e seppe che lo sfortunato ragazzo veniva da molto lontano, da un paese sempre in carestia, del lungo e periglioso viaggio che aveva dovuto affrontare per arrivare sin lì, dei terribili e famelici sarchiaponi selvatici che aveva dovuto affrontare e degli altrui suoi mille patimenti.
Passata che fu una settimana la salute del giovane topolino grigio scuro era migliorata parecchio, soprattutto grazie agli abbondanti pasti, ma non così il suo umore.
Nonostante tutte le attenzioni che riceveva era sempre molto triste, tanto che ad un certo punto il vecchio topolino grigio chiaro gli chiese:
-Ragazzo mio ma perchè sei cosi abbacchiato, non ti trovi bene qui da me? C’è forse qualcosa che ti preoccupa?
-No nonno tu bravo io ringrazio, ma tanto manca mio fratello rimasto accampato nel bosco…
Anche in questo caso il vecchio generoso topolino grigio chiaro non ebbe esitazioni, gli disse di andare subito a cercare il fratello e portarlo a casa loro, che dove c’era spazio per due ce n’era anche per tre.
Detto fatto, il giovane topolino grigio scuro partì subito e quando furono trascorsi un giorno e una notte fece ritorno dal suo ospite col fratello, che fu subito anche lui rifocillato di tutto punto, e se il primo topolino grigio scuro aveva mostrato di avere un appetito eccezionale il nuovo arrivato si mise a mangiare a quatto palmenti con un appetito addirittura famelico, poi quando si fu riempito ben bene la pancia si sistemò anche lui nella stanza degli ospiti dove gli avevano preparato un lettino accanto a quello del fratello.
Era oramai prossimo l’Inverno, i tre topolini passavano le giornate tra caldarroste e partite a tressette col morto e non mancavano di niente.
Ma trascorse così un paio di settimane l’umore del giovane topolino grigio scuro tornò ad essere uggioso più di prima, tanto che il suo benefattore presolo in disparte tornò a dirgli:
-Ma benedetto figliolo perchè quella faccia, cos’altro ti affligge?
-No nonno tu troppo bravo io e mio fratello troppo bene qui, ma io avere moglie a casa, lasciata sola…
Figurarsi il vecchio cuore misericordioso del topolino grigio chiaro a questa rivelazione, non volle sentir ragioni, il giovane topolino grigio scuro doveva partire immantinente ed andare a prendere la sua sposa per poi condurla da loro, che in casa la mano di una signora sarebbe stato un toccasana.
Così il topolino grigio scuro partì un’altra volta e passati che furono quattro giorni fu di ritorno con la sua topolina sottobraccio. Anche l’ultima arrivata al momento di mettersi a tavola mostrò un appetito da far impallidire quello dei suoi congiunti, poi col marito prese possesso della grande stanza che il vecchio topolino grigio chiaro in verità un po’ a malincuore era stato spinto a cedere agli sposi per conceder loro la giusta intimità, lui si sarebbe sistemato nella stanza degli ospiti con l’altro topolino grigio scuro.
Giunse infine l’inverno, i tre topolini grigio scuro mangiavano bevevano e ballavano mattina e sera, pian piano avevano presero possesso della casa senza curarsi troppo del vecchio topolino grigio chiaro, specie da quando alla topolina capitò di mettere al mondo una dozzina di piccoli affamati ed urlanti.
Lo spazio in casa era sempre meno, e per accomodarsi alla bell’e meglio i piccoli che crescevano a vista d’occhio furono sistemati con lo zio nella stanza degli ospiti mentre il vecchio topolino grigio chiaro volente o nolente da allora in poi dovette accontentarsi di un pagliericcio in un buio stanzotto tra le scope e gli stracci. Ora ad essere mogio e triste era il povero vecchio, che però buono e generoso com’era sopportava tutto in silenzio in nome della misericordia.
Passavano i giorni e le settimane ma i rigori dell’Inverno non accennavano a diminuire ed a furia di mangiare le molte bocche dei topolini grigio scuro stavano velocemente dando fondo alle riserve della dispensa del loro anziano benefattore, mangia e rimangia bevi e ribevi venne il momento in cui in casa non ci fu più un briciolo di cacio da metter nello stomaco.
-Marito, niente da mangiare !
Disse la topolina grigio scuro.
– Niente da mangiare!
Ripetè il marito guardando suo fratello.
– Niente da mangiare!
Ripeterono in coro i loro piccoli affamati.
I topolini grigio scuro appurato che sarebbero dovuti starsene a pancia vuota si misero a confabulare nella strana lingua del paese da dove venivano, dopo qualche minuto i tre si scambiarono un cenno d’intesa guardando il vecchio generoso topolino grigio chiaro che  stava seduto davanti al camino intento a fare un solitario con le carte, quindi i due fratelli grigio scuro gli si avvicinarono tranquillamente quando con un balzo improvviso gli si avventarono addosso senza lasciare al poveretto il tempo di dire un’a prima di passare a miglior vita , e mentre uno lo teneva fermo l’altro gli si attaccò sopra mordendolo furiosamente al collo, col sangue che iniziò a zampillare da tutte le parti in un istante una dozzina di piccole bocche fameliche ed affamate si avventarono sulle braccia sul ventre sule gambe ai fianchi del malcapitato mordendo lacerando strappando e mangiando furiose, tanto che se non fosse intervenuta la madre a fermarli del vecchio generoso misericordioso topolino grigio chiaro non sarebbe rimasto che qualche osso rosicchiato.

-Basta ora, Inverno non ancora finito…

Il poeta è un fingitore.

Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.

E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.

E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore.

Fernando Pessoa


Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.


Eugenio Montale


Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti
e li disperde
Di questa poesia
mi resta 
quel nulla
d’inesauribile segreto.



Giuseppe Ungaretti 

Segui Riflessi Sfumature & Chiaroscuri