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Non distruggo la corolla dei prodigi del mondo,
e non stermino
con la ragione gli enigmi che incontro sul mio cammino,
nei fiori, negli occhi, sulle labbra o nei sepolcri.
La luce altrui
soffoca il fascino celato
nelle profondità del buio,
però io,
io con la mia luce ingrandisco il mistero del mondo.
Esattamente come con i suoi bianchi raggi la luna
non rende più piccolo, ma tremolante,
e aumenta ancora di più il mistero della notte,
così io arricchisco anche l’oscuro orizzonte
con gli alti fiori del santo mistero
e tutto ciò che è inintelligibile
si trasforma in maggiormente incomprensibile
sotto i miei occhi,
perché io amo
e fiori e occhi e labbra e tombe.


Lucian Blaga


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Poesie e racconti di William De Generis

Le mie poesie

Autofagia. Di William De Generis.

Rien ne vas plus: ti si inceppa la coscienza nel porgere al ricordo di un futuro te stesso polverosi garofani di plastica nello statico tran tran per vie deserte tra ebetismi mascherine e pozzanghere di piscio i violini che strimpellano… Continua a leggere

Alla maniera di E.M. Di William De Generis.

Potessi disperdere i grani del tempo nel prato insanguinato di papaveri, fissare l’azzurro striato di cirri veloci ascoltare le voci bizzose di api e cicale accordarsi al canto pungente del Grecale. Invano cercherei di fermare il volgersi eterno della clessidra:… Continua a leggere

A sorsi avidi e leggeri…Di William De Generis.

A sorsi avidi e leggeri me ne beaicome di un caldo cordiale della seraa mitigare il sempiterno Invernoche ho nell’anima e nel petto,ancora una volta illusola agognai omeopatica panaceaper nuove e antiche cicatrici.Ahi troppo ratto a giungere,fisima o condanna,fu l’acre… Continua a leggere

Il dubbio. Di William De Generis.

Mal nascostoil dubbio si fa il nidoal buio, in un cantucciodel muffito proscenio quotidiano,nel filo di luce clandestinosfuggito alle persiane socchiusenell’esplodermi intorno

di una insolita, precoce Primavera,

nell’ansia intatta di lasciarmi, mio malgrado

abbagliare dall’alba che nasce,

distante e odorosa… Continua a leggere

Il poeta è un fingitore.

Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.

E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.

E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore.

Fernando Pessoa


Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.


Eugenio Montale


Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti
e li disperde
Di questa poesia
mi resta 
quel nulla
d’inesauribile segreto.



Giuseppe Ungaretti 

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