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Non distruggo la corolla dei prodigi del mondo,
e non stermino
con la ragione gli enigmi che incontro sul mio cammino,
nei fiori, negli occhi, sulle labbra o nei sepolcri.
La luce altrui
soffoca il fascino celato
nelle profondità del buio,
però io,
io con la mia luce ingrandisco il mistero del mondo.
Esattamente come con i suoi bianchi raggi la luna
non rende più piccolo, ma tremolante,
e aumenta ancora di più il mistero della notte,
così io arricchisco anche l’oscuro orizzonte
con gli alti fiori del santo mistero
e tutto ciò che è inintelligibile
si trasforma in maggiormente incomprensibile
sotto i miei occhi,
perché io amo
e fiori e occhi e labbra e tombe.


Lucian Blaga


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Poesie e racconti di William De Generis

Archivi del mese: Settembre 2015

Mea culpa. Di William De Generis.

Reitero, precario appiglio, liturgia cautelare, un mea culpa da umano troppo umano, per niente casto o santo in tempi di santi con la coda che olezzano mortalmente di zolfo…

 

 

William De Generis

Limites. Di William De Generis.

Il tempo, il mare, un’unica mutevole, ingannevole finitezza…

 

William De Generis

Nella foto: Claude Monet, Mare in tempesta ad Etretat, 1883.

Balordi d’ Italia. Di William De Generis.

Ora pure sinistri cani e porci biascicano il tuo Inno stravolgendone animo e parole insozzano ostentandolo a rovescio il tuo Tricolore si alzano in tuo onore i medesimi latrati adusi a vomitare insulti sul sangue dei tuoi figli concessi in… Continua a leggere

Avvento d’Autunno. Di William De Generis.

Da Ponente nubi voraci divorano acri di cielo stellato si adorna la notte di lampi vivi ricami di luce. Prime gocce di pioggia benedetti araldi d’Autunno…

 

William De Generis

 

 

Nella foto: Claude Monet, Automne sur la seine à Argenteuil,1873.

Il poeta è un fingitore.

Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.

E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.

E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore.

Fernando Pessoa


Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.


Eugenio Montale


Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti
e li disperde
Di questa poesia
mi resta 
quel nulla
d’inesauribile segreto.



Giuseppe Ungaretti 

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