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Non distruggo la corolla dei prodigi del mondo,
e non stermino
con la ragione gli enigmi che incontro sul mio cammino,
nei fiori, negli occhi, sulle labbra o nei sepolcri.
La luce altrui
soffoca il fascino celato
nelle profondità del buio,
però io,
io con la mia luce ingrandisco il mistero del mondo.
Esattamente come con i suoi bianchi raggi la luna
non rende più piccolo, ma tremolante,
e aumenta ancora di più il mistero della notte,
così io arricchisco anche l’oscuro orizzonte
con gli alti fiori del santo mistero
e tutto ciò che è inintelligibile
si trasforma in maggiormente incomprensibile
sotto i miei occhi,
perché io amo
e fiori e occhi e labbra e tombe.


Lucian Blaga


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Poesie e racconti di William De Generis

Archivi del mese: Luglio 2014

Differenze.

 

 

 

 

 

 

 

 

Non siamo tutti uguali, siamo tutti unici. Mera differenza di parole? No, pura differenza di umanità…

William De Generis

 

 

Lentamente aspiro, poi tossisco via…

Lentamente aspiro poi tossisco  via non più capace il fumo di una paglia accesa per gioco e per noia, masochista evocare il caldo retrogusto di Marlboro Light di troppi dei suoi baci, fastidiosi ed essenziali tanto allora quando di… Continua a leggere

Mal di crescere.

 

 

 

 

 

 

Si rimane tutti bene o male legati a doppio filo all’infanzia, pochi come me con l’intestardirsi nella ricerca di minuti miracoli di entusiasmo e meraviglia, di un verso che li incanti di un canto… Continua a leggere

Prospettive.

 

 

 

 

 

 

Come un dj radiofonico d’altri tempi rivolgo i miei pensieri a tutti ed a nessuno e il silenzio intriso di fantasie ed ipotesi che attende di infrangersi è la più seducente delle possibili risposte…… Continua a leggere

Il poeta è un fingitore.

Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.

E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.

E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore.

Fernando Pessoa


Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.


Eugenio Montale


Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti
e li disperde
Di questa poesia
mi resta 
quel nulla
d’inesauribile segreto.



Giuseppe Ungaretti 

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