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Non distruggo la corolla dei prodigi del mondo,
e non stermino
con la ragione gli enigmi che incontro sul mio cammino,
nei fiori, negli occhi, sulle labbra o nei sepolcri.
La luce altrui
soffoca il fascino celato
nelle profondità del buio,
però io,
io con la mia luce ingrandisco il mistero del mondo.
Esattamente come con i suoi bianchi raggi la luna
non rende più piccolo, ma tremolante,
e aumenta ancora di più il mistero della notte,
così io arricchisco anche l’oscuro orizzonte
con gli alti fiori del santo mistero
e tutto ciò che è inintelligibile
si trasforma in maggiormente incomprensibile
sotto i miei occhi,
perché io amo
e fiori e occhi e labbra e tombe.


Lucian Blaga


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Poesie e racconti di William De Generis

Archivi del mese: Giugno 2015

Fahrenheit 451 Di William De Generis.

Fahrenheit 451: un pezzo di carta, un’inutile trama che non mi parla di te. Evocarti non serve, troppi dogmi, troppi timori dividono i mondi in cui Tu vivi ed io persisto. Sognarti non basta a raggiungerti, sono per me ugualmente… Continua a leggere

Identitaria. Di William De Generis.

 

 

 

 

 

 

Tra di noi

più nessuno sa dirsi qualcuno

tutti quanti siamo nessuno

nella cloaca multirazziale

senza un volto

non esistiamo.

 

 

William De Generis

 

 

 

Cono d’ombra. Di William De Generis.

Ridde di voci inumane echi lontani di vita sintetica poi più nulla, il solo monotono ronzio del vuoto nel luogo in cui cessa di regnare ogni stereotipo esistenziale: il mio cono d’ombra, dove nel buio torno a respirare.

 

William… Continua a leggere

Tanka italiota. Di Wiliam De Generis.

 

 

 

 

 

 

 

 

Per ribellarti quanto a lungo subirai risa e soprusi ?

Italia galleggi ondivaga tra il comico ed il tragico.

 

 

William De Generis

 

 

 

Il poeta è un fingitore.

Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.

E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.

E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore.

Fernando Pessoa


Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.


Eugenio Montale


Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti
e li disperde
Di questa poesia
mi resta 
quel nulla
d’inesauribile segreto.



Giuseppe Ungaretti 

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