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Non distruggo la corolla dei prodigi del mondo,
e non stermino
con la ragione gli enigmi che incontro sul mio cammino,
nei fiori, negli occhi, sulle labbra o nei sepolcri.
La luce altrui
soffoca il fascino celato
nelle profondità del buio,
però io,
io con la mia luce ingrandisco il mistero del mondo.
Esattamente come con i suoi bianchi raggi la luna
non rende più piccolo, ma tremolante,
e aumenta ancora di più il mistero della notte,
così io arricchisco anche l’oscuro orizzonte
con gli alti fiori del santo mistero
e tutto ciò che è inintelligibile
si trasforma in maggiormente incomprensibile
sotto i miei occhi,
perché io amo
e fiori e occhi e labbra e tombe.


Lucian Blaga


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Poesie e racconti di William De Generis

Perdona loro Gesù Bambino. Di William De Generis.

Perdona loro Gesù Bambino
benchè ti scaccino dal petto e dalle scuole
pur se ti strappano via dalla tua stalla
a naufragar su zattere e gommoni,
i troppi che insultano il santo Volto tuo
sperdendolo in mezzo ai maomettani
non sanno ,si spera,quel che fanno.

Perdona ancora divin Salvatore
il fallace pastore che dal soglio di Pietro

mena i tuoi agnelli
nelle fauci dei lupi e dei maiali,
che prostrato bacia i piedi di Caino
e sputa fiele sul martoriato Abele.

Perdona o Signore le penose cure
dei misericordiosi a favor di telecamera
(desiderosi tanto a sera
d’ammirarsi pasciuti e impettiti
nei servizi dei telegionali ),
perdona lo stolto che confonde
Il tuo avvento redentore con l’ansia
febbrile di scambiarsi a mezzanotte
auguri ipocriti, inutilità costose .

Ma cos’è il tuo avvento, Dio che si fa carne
al freddo ed al gelo, nel fango sul fieno,
se non il più santo e luminoso dei perdoni ?
Grazia  e salvezza del mondo,
laudato tu sii nei secoli dei secoli,
buon compleanno Gesù bambino.

William De Generis.

Il poeta è un fingitore.

Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.

E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.

E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore.

Fernando Pessoa


Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.


Eugenio Montale


Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti
e li disperde
Di questa poesia
mi resta 
quel nulla
d’inesauribile segreto.



Giuseppe Ungaretti 

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